Page 77 - Quaderno Della Ricerca
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Allegati
“CENTRO REGIONALE DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO” PER I.D.A. IN SICILIA
(art 28, comma 2, lettera b del DM 663/2016)
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ALLEGATO - 6 -
Strumenti e indicazioni per l’elaborazione dei compiti di realtà
e delle corrispondenti rubriche valutative
Il dibattito sulla valutazione delle competenze ha raggiunto un punto importante nel
momento in cui si è diffusa la nozione di “compito autentico”. Esso è uno strumento che
spinge gli studenti a usare le proprie conoscenze, abilità, disposizioni cognitive ed
emotive per elaborare risposte a compiti significativi e agganciati a contesti reali. La
“competenza” richiede compiti che attivino strategie cognitive e socio-emotive elevate,
l’impiego attivo e personale del proprio “sapere” in attività significative ed impegnative.
La macrocategoria di compiti autentici si deve a Glatthorn, secondo cui essi vanno intesi
come «problemi complessi e aperti posti agli studenti come mezzo per dimostrare la
padronanza di qualcosa» (Glatthorn, 1999). Essi implicano “problemi”, ovvero situazioni
che richiedono allo studente di mobilitare le proprie risorse per trovare delle soluzioni;
essi sono collegati con il contesto di vita del soggetto. Si parla poi di “problemi complessi
e aperti”, ovvero di situazioni impegnative per lo studente, che contengano una
dimensione di sfida in rapporto alle conoscenze ed esperienze possedute, che sollecitino
l’attivazione delle sue risorse e si prestino a differenti modalità di soluzione. Infine ci si
riferisce a “problemi posti agli studenti come mezzo per dimostrare la padronanza di
qualcosa”, ovvero a situazioni che richiedono agli studenti di utilizzare il loro sapere
attraverso la rievocazione e l’impiego del loro potenziale di apprendimento.
I compiti autentici sono prove che mirano a richiamare contesti di realtà, diretti o simulati,
nei quali utilizzare il proprio sapere per affrontare i problemi posti; evidentemente nel
lavoro scolastico non sempre è possibile riferirsi a situazioni reali, spesso occorre
predisporre ambienti simulati, che mirano a riprodurre condizioni di realtà in forma
semplificata e artificiosa, esercitando quella mediazione didattica che è propria
dell’azione di insegnamento ed è pertanto rintracciabile anche nel momento della
valutazione. D’altro canto il riferimento a contesti di realtà aiuta a rendere significativo il
compito proposto, a dare un senso alla prestazione richiesta. In secondo luogo si tratta di
stimoli che sollecitano l’impiego di processi cognitivi complessi – quali il pensiero
critico, la ricerca di soluzioni originali, la rielaborazione di contenuti e/o procedure – e
l’integrazione degli apprendimenti acquisiti in funzione della soluzione di un problema;
per tale ragione tendono spesso a superare i confini delle singole discipline e a richiedere
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