Page 79 - Quaderno Della Ricerca
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Allegati
1. Sono prove che mirano a richiamare contesti di realtà, diretti o simulati, nei
quali utilizzare il proprio sapere per affrontare i problemi posti. Per assolvere a
questa caratteristica, occorre predisporre ambienti simulati che mirano a riprodurre
condizioni di realtà in forma semplificata e artificiosa, esercitando quella
mediazione didattica che è propria dell’azione di insegnamento ed è pertanto
rintracciabile anche nel momento della valutazione.
2. Sono prove che sollecitano l’impiego di processi cognitivi complessi – quali il
pensiero critico, la ricerca di soluzioni originali, la rielaborazione di contenuti e/o
procedure – e l’integrazione degli apprendimenti acquisiti in funzione della
soluzione di un problema;
3. Superano i confini delle singole discipline e mobilitano il sapere pregresso degli
studenti, in relazione al compito da affrontare.
4. Hanno carattere aperto, nel senso che lasciano l’opportunità allo studente di
utilizzare molteplici soluzioni, in relazione alle proprie attitudini, alle strategie e agli
stili cognitivi che caratterizzano il suo processo di apprendimento.
5. Sono prove che mirano a stimolare l’interesse degli studenti, a motivarli a
impiegare in modo efficace il proprio sapere, a mobilitare negli studenti le proprie
risorse cognitive, sociali, affettive in relazione al compito richiesto.
6. Contemplano situazioni sfidanti, non scontate, in cui mettersi alla prova
individualmente o assieme agli altri per affrontare il problema e dimostrare la
propria competenza nei confronti degli altri allievi o di altri soggetti a cui presentare
il proprio lavoro.
Affinché un compito autentico sia utilizzato come prova di verifica, esso deve poi essere
costruito in modo che possa accertare «non solo ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare
con ciò che sa» (Wiggins, 1993). In altri termini deve attivare gli apprendimenti da parte
dello studente e la loro rielaborazione in funzione di un determinato compito, più o meno
complesso, da affrontare; e deve inserirsi all’interno di un contesto dotato di un significato
riconoscibile dall’allievo. In ragione di ciò è meglio che siano compiti autentici
focalizzati, ovvero mirati all’accertamento di un traguardo di competenza privilegiato,
più che compiti autentici estesi, ovvero rivolti all’apprezzamento di più traguardi di
competenza.
Wiggins propone un elenco di otto criteri di riferimento utili alla loro progettazione, che
è opportuno tenere presente e che qui si citano per esteso:
1. i compiti di prestazione dovrebbero essere autentici e significativi, ovvero compiti
per cui vale la pena esprimere la propria competenza;
2. l’insieme dei compiti dovrebbe rappresentare un campione significativo che
consenta di effettuare generalizzazioni appropriate circa le abilità complesse che,
in generale, l’individuo è in grado di esprimere;
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